CITAZIONE (Simux @ 5/3/2013, 17:26)
Sai meglio di me che nei secoli scorsi quasi nessun uomo prendeva la via ecclesiastica per vocazione, anzi. Semplicemente i primogeniti ereditavano i possedimenti del padre, i figli successivi o finivano soldati o preti.
Eventuali possibili eredi erano solo una pigna in culo.
Il celibato era anche (e non solo) funzionale ad evitare rogne.
Beh, questo valeva specialmente per l'alto clero, i figli dei nobili, credo.
Mentre per il basso clero più che altro molti si facevano preti anche solo per mangiare, cosa che purtroppo portava (fino al concilio di Trento) ad una bassa qualità in generale del clero, credo.
Quindi, quello che dici tu può avere senso per l'alto clero, ma non fila molto per il basso clero...
CITAZIONE
E comunque mi interessa nella misura in cui il celibato comporta una serie di conseguenze come disordini di natura sessuale che vengono sfogati sui bambini se permetti!
Che sia chiaro che non voglio fare l'equazione: celibato = disordine sessuale.
Semplicemente prendi 100 persone qualsiasi e lasciagli vivere la loro sessualità liberamente, oppure prendi 100 persone e costringili al celibato e vedrai che sicuramente nel secondo gruppo qualche pentola a pressione scoppia.
Succede anche a chi vive la propria sessualità senza vincoli. Figuriamoci.
Ma il tuo ragionamento avrebbe senso se statisticamente si dimostrasse che l'incidenza della pedofilia nel clero fosse sensibilmente più elevato che in altre categorie sistematicamente a contatto con i bambini, cosa che non mi risulta (ma devo dire che faccio fatica a trovare dati esaustivi, la pedofilia dei sacerdoti fa molta più tendenza in rete).
Spesso, poi, il violentatore è un parente o addirittura il padre...
(Peraltro, incidenze in altre chiese e religioni non sono molto diverse per quel che so)
Poi, che il celibato non sia semplice da vivere son d'accordo. Però dubito che una persona sana, pur sotto pressione per il celibato, diventi un pedofilo: è un profilo patologico abbastanza diverso, direi. E oramai, quasi tutti entrano nei seminari da giovani-adulti, quindi con un profilo psicologico abbastanza fondato.
No, se una responsabilità si vuole proprio trovare nella Chiesa io la troverei nell'organizzazione di certi collegi e seminari della Chiesa cattolica di una volta, in cui l'approccio era particolarmente repressivo e può aver favorito instabilità psicologiche (ma è un'ipotesi), e la difficoltà ad uscire - quello dell'omertà è un problema generale...
In più: pensati ad un prete casualmente pedofilo, che lavori in un seminario. Risultato: generazioni di giovani traumatizzati, molti destinati a diventare a loro volta violentatori....
Però, per l'appunto, non ho dati statistici che supportino tali tesi, e nulla che lo metta in relazione al celibato in sè...
CITAZIONE
EDIT: poi volevo aggiungere un piccolo pensiero sul fatto che i presti non dovrebbero sposarsi perchè "le attività famigliari mal si concilierebbero con la gestione di una parrocchia".
Maddeche?! Sinceramente non mi pare che i preti siano così oberati di lavoro o così impegnati da non conciliare le due cose. Tanto che in altre confessioni succede e non mi pare ci siano problemi.
Credo sinceramente che vari molto da parrocchia a parrocchia, e da prete a prete. Io penso al mio parroco e dubito che ce la farebbe a "stare dietro" ad una famiglia e contemporaneamente seguire la parrocchia così.
In altre chiese ce la fanno essenzialmente per due motivi:
- il ministero viene inteso in maniera diversa, talora più burocratica
- c'è molta più partecipazione laicale (il che è un merito, eh...)