Non pensare al marrone

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DonCosciotto
view post Posted on 4/3/2013, 09:44     +1   -1




Apro gli occhi ed è tutto uguale. L’uniformità mi investe col suo elegante vestito. Rimango stupito. Passi una vita intera a pensare che l’essere tutti uguali sia una cosa brutta, fredda, insipida, poi un giorno apri gli occhi, non riesci più a distinguere la terra dal cielo e capisci che in fondo… Non è così male. Dopo qualche minuto inizio a distinguere i miei piedi dal prato ma sono continuamente tentato dal perdermi in quell’enorme distesa verde e abbandonarmi al piacere di non avere un’identità. Dopo qualche minuto di indecisione decido di rimanere sdraiato.
Apro gli occhi e tutto è verde. Guardo in alto e non vedo nessuna stella. E inizio a dubitare del fatto di star osservando il cielo. Abbasso leggermente lo sguardo e sforzando gli occhi noto un’increspatura, che capisco essere il confine tra il bosco che mi circonda e il cielo. Decido di cercare nuovamente una stella nell’infinita distesa verde. Niente. Insisto, e vengo premiato. Un piccolissimo bagliore si mostra ai miei occhi e io… Inizio a odiarlo. Non lo sopporto. L’osservo meglio e mi sembra sempre di più che quella stella si stia sforzando nel farsi vedere solo per superbia e per essere diversa. E nonostante abbia trovato ciò che cercassi inizio a guardare schifato quel puntino giallo che si mette in bella mostra ai miei occhi. Inizio ad odiarla così profondamente da sforzarmi per farlo scomparire dal panorama pregando di poter degustare nuovamente una visione uniforme del mondo. Niente, la stella ha deciso di rimanere. Allora decido di guardare il mondo in modo diverso. E chiudo gli occhi.
Apro l’occhio destro. Lo chiudo, lo riapro, lo chiudo, lo riapro, lo chiudo, lo riapro, lo chiudo con più forza, lo riapro e capisco che quello che vedo è reale. Più precisamente, quello che vedo è il mio occhio sinistro chiuso. Credo di essere in preda ad un trip causato dalla primavera che mi circonda. Disperato, cerco di correre verso il mio problema piuttosto che rifugiarmi nel buio.
Apro l’occhio sinistro. Il verde regna incontrastato sullo sfondo ma in primo piano i veri protagonisti sono i miei occhi che si scrutano. Dopo pochi attimi noto che essi iniziano a ingrandirsi pian piano. Si stanno avvicinando l’un l’altro, arrivano così vicini da permettermi di vedere il mio cervello da due prospettive diverse. Un millimetro prima di toccarsi si bloccano. E iniziano a girare, iniziano a ballare un valzer ascensionale in una serra trasformata in sala da ballo per l’occasione. Io sono talmente sconvolto da dimenticarmi della stella fastidiosa e godermi lo spettacolo.
Apro gli occhi ed è tutto verde, tranne per due piccoli pallini bianchi lontani che si muovono rapidi e nervosi. Mi sento leggero, fresco, vivo. Con fatica distinguo una distesa di prato dal bosco che lo circonda. E al centro di essa la mia curiosità viene rapita da due puntini bianchi che sembrano indagare il mondo.
 
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