Cuore di Tartaruga

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KIM°
view post Posted on 3/1/2013, 16:46     +1   +1   -1




Chiunque, vedendo il casino di palle di fuoco, martelli e la scia di morte che il nostro Eroe si stava lasciando dietro, mai avrebbe potuto immaginarsi la tranqullità quasi intima che vigeva dall'altra parte del castello.

Erano seduti al tavolo a bere del thé.
Dopo cinque, insopportabili, minuti in cui l'unico rumore era quello del loro deglutire, lei decise di porre fine a quello strazio
"Ma all

a fine, dopo tutti questi anni, io ancora non ho capito...perché l'ho fai?"
Che era anche una domanda lecita, eh...
Ormai anche lui aveva perso il conto di quante volte l'aveva rapita.

Nel frattempo il nostro Eroe, che come sempre stava rischiando l'osso del collo per andare a salvare la sua amata dal Mostro senza cuore che poco più in là le stava offrendo del thé seduto su un comodo divanetto, aveva appena evitato una frusta di fuoco schivandola all'ultimo secondo.
Ma continuava a macinare metri, e tra poco sarebbe arrivato.

"Allora?Penso che almeno una risposta me la merito..."
Il Mostro non aveva ancora aperto bocca, forse proprio perché anche lui non sapeva che rispondere.
In silenzio appoggiò la tazzina sul tavolo e alzò gli occhi su di lei, forse per la prima volta il loro sguardo s'incrociò.
Il tipico, timido sorriso di chi si vergogna di quel che ha appena fatto fu l'unica cosa che seppe dirle.
"E ogni volta mi tratti sempre come una Principessa...il castello, i vestiti, i gioielli...
Ora voglio sapere!"
Le sue parole arrivarono dritto al punto, quello che per tanti anni aveva cercato di mascherare sperando che lei capisse da sola, ora stava per emergere.
Lui ne era sicuro, comunque, lei aveva già capito...voleva solo sentirselo dire.

Il nostro eroe subì un forte rallentamento quando una pianta carnivora gli morse una gamba...ora non era più sicuro della sua invincibilità, doveva usar maggior prudenza.
Però se avesse saputo cosa stava succedendo poco più in là non si sarebbe sicuramente fermato, se solo fosse stato un po più veloce forse sarebbe arrivato in tempo giusto per fermare l'immenso meccanismo che si era appena messo in moto.

"..."
Il Mostro tentò di rispondere, ma appena aprì la bocca non uscì nessun suono, i suoi occhi però si tinsero di vergogna.
Perché era così crudele con lui?Non le bastava sorridere e girar le spalle per uscire da quella stanza?Lasciarlo da solo con i suoi pensieri e la sua vita ormai rovinata per sempre?Perché ci teneva così tanto a sentirselo dire?
"Ti rendi conto che ormai stai diventando un'ossessione?Ogni notte, prima di andare a dormire vedo una qualche stupidissima ombra su uno stupidissimo muro e penso che sia te, venuto come sempre per rapirmi.
Poi quando succede davvero, arrivi, non dici una parola, mi carichi in spalle e mi porti in questo odioso castello, dove non fai altro che sederti di fronte a me e berti un thé del cazzo senza mai darmi una spiegazione!Mi dai tutto quello di cui ho bisogno, è vero, mi offri tutte le tue ricchezze e i tuoi servigi, ma non mi dici mai perché lo fai.
Perché proprio io?"
Avrebbe voluto risponderle che anche lei era un'ossessione, che anche lui se la immaginava ogni notte prima d'addormentarsi che la rapiva perché era la donna più pure che avesse mai visto, che di fronte a lei sentiva che pure per un mostro senza cuore come lui c'era una seconda possibilità e che la trattava da Principessa perché lei era una Principessa e se lo meritava.
E che non osava toccarla per paura di rovinare quella purezza.
"Perché sì"
fu invece l'unica cosa che riuscì a dire.

Ormai l'Eroe ce l'aveva quasi fatta, di fronte a sè stava il portone dietro al quale si trovava la sua amata.
Doveva solo cercare il pulsante per aprirlo.

Il silenzio ritornò a farla da padrone.
Lei rassegnata a non aver mai una risposta e lui sentendosi ancora più stupido di quanto non si sentisse già di solito.
"E' stato come mi hai guardato la prima volta"
Disse poi, stupendosi lui stesso del suono della sua voce
"Quell'aria di superiorità con cui mi hai guardato.
Superiorità misto schifo, compatimento per me.
Non era giusto, non l'ho scelto io di nascere così, con tutti questi spuntoni e questa corazza al posto della pelle.
Imprigionato in un corpo del genere non potevo far altro che diventare il cattivo della situazione, e così l'ho fatto.
Tu invece hai avuto tutto fin dalla nascita, figlia di un re e di una regina.Pelle morbida come quella di una pesca.Amanti pronti a rischiar la vita pur di venirti a prendere in salvo.Forse l'ho fatto anche per questo, per vedere a che punto si sarebbe spinta la gente per te, e ogni volta, nonostante incrementassi le schiere del mio esercito e le trappole lungo la strada c'era sempre qualcuno disposto a venire per salvarti.
Pure adesso scommetto che tra poco farà irruzione nella stanza riportandoti nel tuo caldo nido d'amore.
Ti sei mai chiesta come riesci a spingere gli altri a tanto?Cos'hai fatto per meritartelo, infondo?Hai il potere di spingere la gente a far qualsiasi cosa per te.
E quel potere funziona anche su di me..."
Ecco, un bellissimo discorso che avrebbe potuto distoglierla da quel che già sapeva, rovinato con l'ultima frase...Proprio non ci siamo.
Colpita da quelle parole, la principessa rimase bocca aperta.
Poi, come un lampo a ciel sereno, disse
" E perché semplicemente non me lo chiedi, al posto di rapirmi ogi singola volta?"
Si guardarono negli occhi, poi sorrisero.
Forse c'è speranza anche per me, pensò il Mostro.

"BOWSER!"
Mario fece il suo ingresso trionfale, come sempre
"LASCIA STARE LA PRINCIPESSA!"
Il momento magico fu interrotto da parole che più banali non potevano essere.
"Non ho neanche voglia di combattere, Mario.Riprenditela, è tua"
Mario, rimase di sasso, indeciso sul da farsi.
"Avanti Mario, andiamo"
Disse poi Peach.
"Torniamo alla vita di sempre"
Ma prima di andare, lasciò andare una mano per accarezzare la pelle rugosa del suo carceriere di sempre.
Aveva capito, e lui aveva ragione...cosa aveva fatto lei per meritarsi tutto questo?
Poi uscì di scena, con Mario sottobraccio, lasciando una tartaruga gigante sola, nel suo immenso castello.
Ma prima di varcare la soglia si girò e lo guardò con uno sguardo che era come dire
"Non preoccuparti, ci saranno altri rapimenti"
 
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